di Daniela Ghidini (Comune di Torino)
I Servizi per l’Infanzia della Città e l’Amministrazione tutta, sin dall’inizio del lockdown, hanno sentito forte la responsabilità di mantenere dei legami educativi anche a distanza, e altrettanto quella di attivarsi nell’estate per organizzare tutte le modalità di servizio possibili, man mano ne è stata data la possibilità, pur dovendolo fare in tempi sempre molto concitati, visti i tempi degli atti normativi.
Quando, con il Decreto ministeriale del 3 agosto di adozione del “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia”, si è chiarita la possibilità di aprire i servizi 06 anni senza restrizioni numeriche, ciò ha trovato grande entusiasmo nel nostro Servizio, sia da parte della Direzione che del personale.
Il Coordinamento pedagogico, allargato al Sistema educativo integrato, aveva lavorato fino a luglio inoltrato, insieme al personale disponibile, per riflettere sui 4 temi pedagogici che più ci erano sembrati urgenti da rivedere rispetto al progetto pedagogico-educativo del servizio, alla luce delle restrizioni dovute alla pandemia, che potevamo immaginare sarebbero restate più o meno in vigore (mascherine, procedure di igienizzazione, poca presenza delle famiglie nel servizio, non promiscuità tra gruppi di bambini/e, ecc.):
- Relazione con le famiglie e il territorio
- Ambientamento e ri-ambientamento
- Quotidianità, tempi, gruppi, documentazione
- Spazi, materiali, educazione all’aperto.
Questo processo di lavoro, chiamato “Cantiere infanzia 2020”, nasceva dalla volontà di non subire la crisi, con il rischio che le difficoltà ci sbalzassero indietro culturalmente e praticamente, ma di provare a coglierne le opportunità di rilancio e ri-partenza: il lockdown aveva aperto tempi di riflessione e formazione diffusa, nuove modalità di rapporto e alleanza con le famiglie, nuove consapevolezze sul ruolo del nido e della scuola dell’infanzia, dei contesti educativi, dell’educazione all’aperto, ma anche sull’educazione informale e sul ruolo dei genitori. Vari gruppi di lavoro (per avere spazio di dialogo non abbiamo voluto superare le 20-22 persone a gruppo) si sono incontrati più volte online, producendo dei report da cui poi abbiamo tratto 4 sintesi tematiche, complete di bibliografia e materiali di approfondimento, offerte come base a tutto il personale a fine luglio e, da settembre, ai gruppi di lavoro per le progettazioni dell’anno.
Le scelte politiche e pedagogico-organizzative
A settembre dunque ci si è messi al lavoro, gioiosi e commossi di ritrovarsi tutti nei servizi, seppur con le mascherine, le distanze ed impegnati a comprendere come attuare nello specifico le implicazioni e restrizioni delle disposizioni normative. Il tempo a disposizione per preparare tutto prima dell’apertura fissata al 14 settembre non era molto e al tempo stesso abbiamo anche iniziato a toccare con mano paure, problemi di salute personali o famigliari che preoccupavano le persone e richiedevano d’essere affrontati con urgenza, per il bisogno di risposte e chiarezza che però non sempre c’erano, essendo molti elementi “in costruzione” e valutazione.
Le scelte pedagogiche e organizzative nel riprogettare e ripensare nella concretezza i servizi si sono concentrate su alcuni punti fondamentali:
- l’attenzione all’accoglienza, al ri-ambientamento e ambientamento sia dei bambini che delle famiglie, alla condivisione approfondita con i genitori delle scelte e modalità di organizzazione e gestione della giornata educativa;
- la revisione e suddivisione degli spazi interni dedicati alle singole sezioni, in modo che bambini/e di ciascuna sezione-bolla potessero agevolmente vivere l’intera giornata educativa senza intersecarsi con bambini/e delle altre sezioni-bolla;
- l’organizzazione degli spazi esterni con la stessa finalità, suddividendo le aree e definendo, laddove necessario, rotazioni tra gruppi nell’utilizzo;
- la selezione e revisione dei materiali didattici, giochi, attrezzature, puntando sulla qualità e varietà, anche nel tempo, dei materiali, e su una cura nella loro presentazione, attenzione alla disponibilità per i bambini e al loro ordine, nello spazio e nel tempo;
- realizzazione, per permettere maggior varietà ed esperienze, di “Kit didattici” trasportabili: scatole se possibile trasparenti, facilmente igienizzabili, ad uso di piccoli gruppi, i cui oggetti vanno sanificati quotidianamente o messi in quarantena, in modo che siano disponibili il giorno dopo o nei giorni successivi per gli altri gruppi. Su ciascuna scatola, se utilizzata in più sezioni, vengono riportate data e modalità di igienizzazione o i tempi di “quarantena dei materiali” (a partire dalla “tabella sopravvivenza virus sulle diverse superfici” dell’ISS).
Per quanto riguarda le scelte politiche, la direzione è stata chiara fin da subito: offrire alle famiglie torinesi, in questo difficile periodo, un servizio adeguato, in termini sia di qualità che di estensione oraria, alle necessità di educazione e socialità dei bambini e di conciliazione per le famiglie, messe a dura prova dalle attuali condizioni.
Il servizio ha avuto necessità dunque di essere potenziato, in termini quantitativi soprattutto: la divisione stretta tra bambini delle diverse sezioni (da considerarsi e trattarsi, come è noto, secondo le indicazioni ministeriali, come bolle separate che non si devono intersecare), le situazioni del personale (L. 104, congedi parentali, congedi straordinari), le limitazioni allo svolgimento di compiti per motivi di salute, le maggiori necessità di igienizzazione e sanificazione, hanno richiesto di programmare e stanziare ingenti risorse economiche, per un maggior numero di assunzioni e sostituzioni, e di trovare forme organizzative per aumentare la compresenza del personale durante la giornata.
Pertanto il servizio a gestione diretta è stato rimodulato dalle ore 7.30 alle 16.30, chiedendo alle famiglie di limitare laddove strettamente necessario la richiesta di anticipo tra le ore 7.30 e le 8.30. Il servizio di posticipo, tra le ore 16.30 e 17.30, è stato riorganizzato in appalto, in tutte le sezioni dove si sono raccolte almeno 3 iscrizioni, cosa che ha comportato dei tempi maggiori per svolgere le procedure e avviare la progettualità, che sta quindi per partire in questi giorni.
Con le famiglie è stato definito e viene proposto alla firma di ogni famiglia un patto di corresponsabilità che si è voluto sostanziare di significato non solo sanitario, ma anche pedagogico ed educativo, sottolineando la necessità di alleanza e collaborazione educativa, in questo difficile frangente, per assumere scelte condivise e coerenti, che permettano ai bambini di trovare il massimo benessere possibile, facilitando loro la comprensione del contesto e delle nuove e particolari regole che lo caratterizzano.
L’evoluzione della pandemia e le criticità dell’oggi
Il rapido diffondersi del contagio che ha man mano portato a nuove misure di contenimento e restrizione a livello nazionale e regionale, ha provocato una grande difficoltà nel servizio a sostituire in tempi celeri il personale che si assenta in numeri non prima immaginabili, non solo per malattia, ma anche per quarantene fiduciarie, congedi per figli a casa per quarantena o DAD, o per conviventi malati.
Si rende pertanto necessario ora un ulteriore sforzo straordinario, sia in termini di risorse da stanziare, sia in termini di impegno che possono continuare a garantire le lavoratrici ed i lavoratori, per offrire un servizio all’altezza dei bisogni delle famiglie e della tradizione della Città. Si stanno perciò mettendo in campo diverse azioni convergenti:
- Rafforzamento dell’organico del personale assegnato
- assunzione di ulteriore personale a tempo determinato, in tutte le categorie;
- nuove assunzioni a tempo indeterminato, presumibilmente a inizio 2021, di 15 educatori e 50 insegnanti.
- Assunzione o conferma di alcuni principi organizzativi:
- assicurare la massima compresenza possibile, ordinariamente dalle ore 10,00;
- assicurare la massima estensione possibile del servizio, individuando nei collegi docenti le migliori modalità organizzative;
- prevedere una pausa nell’orario di lavoro per i turni pomeridiani, principalmente a tutela della salute, per consumare eventualmente il pasto (non potendolo fare contestualmente ai bambini) e consentire, inoltre, la compresenza dalle ore 10,00;
- nei casi di assenza, progettare l’organizzazione dei turni e l’orario di funzionamento del servizio, con aiuti tra adulti (all’interno del numero limitato e predefinito di sezioni-bolla “collegate” per questo), tenendo conto sia delle esigenze degli utenti che della necessità di salvaguardia della salute psico – fisica delle lavoratrici e dei lavoratori.
Dati e prospettive
I nidi e le scuole dell’infanzia comunali ad oggi sono 116 servizi, 55 nidi (compresi i 16 nidi in appalto) e 61 scuole, per un totale di 448 sezioni (257 di scuole infanzia + 191 di nido).
Al 9 novembre 2020 sono state chiuse per quarantena causa Covid 86 sezioni su 448, mentre sono state 132 le sezioni coinvolte da una riduzione dell’orario di servizio per mancanza di personale (con una media, sulle sezioni coinvolte, di 3,5 giorni “ridotti” in circa un mese).
Il personale oggi presente nei servizi a gestione diretta (ovvero su un totale di 391 sezioni), escluse le persone in congedi straordinari o parentali con lunghi periodi di assenza e le persone distaccate o risultate “soggetti fragili”, è il seguente:
Tabella 1 Personale nei servizi educativi a gestione diretta del Comune di Torino
Personale in servizio |
Tempo indeterminato |
Tempo determinato |
Insegnanti |
477 |
77 |
Insegnanti Sostegno |
28 |
- |
Insegnanti Religione Cattolica |
17 |
- |
Educatrici/educatori |
433 |
53 |
Assistenti |
331 |
63 (interinali) |
Totale |
1286 |
193 |
* il personale assistente qui indicato si riferisce ai 41 servizi che hanno questo servizio a gestione diretta. Ad essi si aggiungono 319 assistenti educativi delle cooperative con appalto in 59 servizi.
** quest’anno non svolgono la loro solita attività, ma sono in potenziamento in alcune sezioni
Fonte: uffici del Personale della Divisione Servizi Educativi, dati aggiornati al 12/11/2020
Tabella 2 Iscritti nei servizi educativi del Comune di Torino
Comune di Torino |
Bambini iscritti |
Posti vuoti |
Lista d’attesa |
Nidi d’infanzia |
3911 |
343 |
In alcuni nidi/zone |
Scuole d’infanzia |
6256 |
100 |
In alcune scuole/zone |
Fonte: dati forniti dai servizi a fine settembre 2020
Da ottobre in avanti è emerso che, pur con la nomina di personale supplente sui posti vacanti e pur avendo a disposizione le risorse finanziarie necessarie, spesso non è possibile sostituire con rapidità il personale assente per svariati motivi, anche per la difficoltà a reperire persone disponibili alla nomina. Ciò, a partire dalla metà di ottobre, ha comportato nostro malgrado la necessità in diverse sezioni di scuole e nidi d’infanzia di ridurre il servizio chiudendo alle ore 15,30 o 13,30, a seconda dei casi. La collaborazione e comprensione da parte delle famiglie è nella maggioranza dei casi ampia, ciò non toglie la consapevolezza che questo provoca disagi non indifferenti.
Assistiamo per altro, in particolare dopo l’ultimo DPCM del 4 novembre 2020, anche a famiglie che chiedono di sospendere la frequenza per alcune settimane perché spaventate dalla situazione.
Conclusioni
Non si può negare che le fatiche organizzative dell’ente, ma anche personali e di gruppo, fisiche ed emotive, nel tenere aperti i servizi educativi quest’anno sono importanti. Le restrizioni ulteriori derivanti dall’ultimo DPCM vanno a toccare ovviamente anche la vita nei servizi, ad esempio con la riduzione delle possibilità di spostamento dei bambini a piedi per brevi gite, le maggiori fatiche e paure delle famiglie e l’affaticamento del personale stesso, per le assenze numerose, per lo stress aggiuntivo di essere comunque in una condizione lavorativa di rischio, nonostante l’impegno alla riduzione dello stesso da parte dell’Amministrazione e del Servizio Prevenzione e Protezione sia massimo.
Tuttavia chi lavora nei servizi educativi si confronta da sempre con il tema della “vocazione” a svolgere questa professione: non è un lavoro qualunque, richiede motivazione e convinzione, e chi ha scelto questa professione e la ama conosce e continua a sperimentare la meraviglia che i bambini e le bambine portano con sé. Entrare nelle scuole e nei nidi d’infanzia oggi è una boccata d’ossigeno rispetto alla cappa che il Covid e le notizie che lo tengono costantemente in evidenza provocano a tutti noi adulti: vedere bambini “attivi e autonomi” che giocano sereni, ridono e sorridono, trafficano con materiali insoliti e curiosi, costruiscono, stringono amicizie, godono più di prima degli spazi verdi dei servizi, inventano e sperimentano, crescono in un ambiente pensato e progettato per loro è qualcosa che ci restituisce ogni giorno il senso del nostro esserci, in presenza, per loro e per le famiglie. E che ci fa continuare a sperare e lavorare perché i servizi rimangano aperti e i bambini e le bambine non vengano privati del diritto alla relazione, al gioco, all’uscire all’aria aperta.