AbbracciaTO, un anello per il turismo di prossimità tra i fiumi, i parchi e le aree di trasformazione di Torino

    Di Andrea Rolando (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano)

    La situazione di crisi innescata dalla pandemia ha non solo reso più evidenti alcuni problemi che si stavano già da tempo profilando, ma soprattutto ha accelerato i tempi di un cambiamento che era comunque necessario, forse persino urgente. Basti pensare all’attenzione nei confronti della qualità dell’ambiente e degli spazi di relazione, ai nuovi comportamenti nella mobilità delle persone e delle cose, alla progressiva innovazione nelle forme e negli spazi del lavoro, con inedite relazioni tra luoghi del tempo libero e del consumo, anche in rapporto alla gestione in remoto di alcune procedure.

    Sono così emerse questioni di varia natura e diversa dimensione, che stanno portando ad un ripensamento profondo dei sistemi territoriali, insieme ad una diffusa accelerazione della digitalizzazione e delle relazioni tra reti materiali e immateriali.

    In questo contesto, abbiamo appreso l’importanza di una migliore relazione tra spazi urbani costruiti e gli spazi aperti, sia all’interno delle città che intorno alle aree urbane, nei contesti di dimensione metropolitana e nelle relazioni tra città e campagna, e più in generale tra artificio e natura, persino trovando piccoli spazi di wilderness tra i fiumi e le fabbriche, nei bordi e negli interstizi della città

    Figura 1. Il Parco Dora (fotografia dell’Autore)

     

    In particolare, il confinamento entro lo spazio indoor delle proprie abitazioni, nei periodi di maggiore crisi persino limitato entro poche centinaia di metri da casa, ha portato ad una maggiore e diffusa consapevolezza di un concetto ampio di benessere, fisico e mentale, di equilibrio tra lavoro e loisir, che comprende vita all’aria aperta, attività di cura del corpo e della mente, natura, paesaggio, cultura. È la “natura come cura” (di Richard Mabey, 2020): componente fondamentale per l’equilibrio della vita nelle città e nei territori che abitiamo

     

    L’idea di AbbracciaTO

    Ragionando sul rapporto tra l’urbs, la città costruita, con gli spazi privati, chiusi, destinati all’abitazione e al lavoro, e la civitas dei cittadini, con gli spazi aperti, dedicati alla socialità, al tempo libero e alla vita all’aria aperta, si è sviluppata l’idea di un percorso urbano che consentisse di mettere a sistema le risorse già presenti all’interno dell’area urbana, denominato AbbracciaTO [1]. Un percorso, da fare a piedi o in bicicletta, che potesse legare tra di loro i parchi e le aree di margine tra città e campagna, sfruttando la condizione particolare di Torino, e cioè quella di avere 4 fiumi e lunghi viali, attraverso i quali ci si può muovere con continuità. Non solo un percorso per il movimento, ma anche l’occasione per creare un itinerario culturale, in grado di toccare luoghi noti e meno noti, quasi come turisti nel proprio territorio: gli spazi aperti della natura e della residua campagna, con le cascine e il paesaggio delle fabbriche, delle infrastrutture; gli spazi e i paesaggi dell’arte, dell’architettura contemporanea e dei luoghi raccontati nel cinema e nella letteratura. AbbracciaTO è così stato immaginato, esplorato sulle carte, sperimentato, verificato sul campo e infine tracciato come un percorso ciclabile e pedonale di quasi 60 km che si sviluppa a Torino lungo i 4 fiumi (Po, Sangone, Dora, Stura) connettendo 15 grandi parchi urbani e altri spazi aperti. Unisce persone, attività e luoghi, attraversando i quartieri, le aree di trasformazione in atto e quelle possibili.

    Figura 2. La cappella della Mandina al Gerbido e il Monviso (fotografia dell’Autore)

     

    AbbracciaTO è un modo per leggere e capire la città, per esplorarla, svelarla anche negli aspetti meno conosciuti. Conoscerla e sorprendersi per usarla meglio, ma anche per individuare strategie, azioni di progetto e di innovazione nelle parti ancora in trasformazione, mettendo Torino al centro di una rete di percorsi lenti, ciclabili e pedonali, integrati alle infrastrutture della mobilità e al sistema di trasporto pubblico locale e metropolitano.

     

    La mappa

    Lo spunto iniziale è stato quello di tracciare un percorso, seguendo una figura ideale, un taglio circolare, che potesse abbracciare tutta la città da nord a sud, seguendone caparbiamente la struttura portante, data dalla natura, dalla geografia e dalla storia. Una figura da costruire poco per volta, ma anche utile da “tenere a mente”, per orientarsi durante il tragitto. Per fare, come si suol dire “mente locale”. Una geografia mentale che ad un certo punto appare chiara in una mappa, e ci aiuta a costruire una nuova idea di città.

    L’idea ha preso forma seguendo le sponde dei 4 fiumi di Torino, indispensabili elementi di continuità e di connessione tra montagna e pianura. Una traccia che segna nuovi incroci, luoghi di interfaccia che sottolineano le diverse dimensioni di Torino: urbana, metropolitana e regionale. Per questo il percorso si sviluppa sulle aree di margine e di cerniera, che aprono verso il territorio, da dove partono direttrici aperte verso il paesaggio che circonda la città, verso i patrimoni UNESCO delle regge Sabaude, del MAB del Po e della Collina, verso le montagne: lungo il Sangone, che porta a Stupinigi, la Dora al castello di Rivoli (ma poi anche a Sant’Antonio di Ranverso, la Sacra di San Michele e Susa), la Stura alla Venaria Reale…senza contare il Po, che quasi lo si vede scendere dal Monviso, e quasi rende tangibili le relazioni tra le campagne che attraversa, da Staffarda a Carignano, fino a Torino.

    Una mappa disegnata con un segno della penna, ma che è anche traccia digitale, costruita integrando punti, direttrici e superfici nello spazio virtuale di un Sistema Geografico Territoriale, accessibile tramite dispositivi mobili e portatili, da seguire movendosi nello spazio fisico. Allora, il gps diventa un dispositivo che disegna una figura e registra allo stesso tempo una traccia che potremo sperimentare e condividere e magari poi ancora modificare, grazie al contributo di altri, in un circolo virtuoso che si svolge prima, durante e dopo il giro in bici vero e proprio.

    Il risultato è una nuova mappa della città, insieme reale e desiderata. Una mappa disegnata con un linguaggio un po’ ingenuo, forse infantile e non cartesiano, ma comunque rigorosa nell’elenco dei punti di interesse e nelle relazioni topologiche tra i luoghi, le direttrici, i nodi della rete dai quali nascono le relazioni, le storie che arricchiscono di significati il percorso. Un percorso, prima immaginato, poi seguito e verificato attraverso l’esperienza, che ricalca un metodo di indagine minuzioso, come una sorta di transect, che taglia il territorio per scoprirne gli strati più profondi, seguendone gli snodi e le articolazioni, gli organi, i meccanismi e le tracce lasciate dalla storia. Per scoprire che quella strada antica, che collegava i paesi un tempo lontani dal centro, nella campagna, si trova ancora, superstite e si riesce ancora a percorrerla, tra le immense fabbriche vuote, i centri commerciali, le nuove strade e i grandi quartieri della città-fabbrica.

    Figura 3. La mappa di AbbracciaTO: è evidenziato il percorso ad anello con i principali luoghi toccati dall’itinerario (disegno di Andrea Rolando).

     

     Muoversi con lentezza, a piedi e in bicicletta

    AbbracciaTO definisce un itinerario ad anello, che rappresenta un modo speciale di vedere la città, un filo che cuce insieme luoghi e storie che meritano di essere conosciute. Torino, città di natura e di lavoro: la città di Italo Calvino e di Primo Levi, dove scopriamo che il Bosco sull’autostrada, descritto da Calvino nel suo Marcovaldo, forse è cresciuto davvero, riconquistando gli spazi delle fabbriche ormai dismesse dove, come nel parco della Dora, scopriamo architetture che ci sembrano le stesse dove riconosciamo il lavoro delle mani di Tino Faussone, raccontato nella Chiave a Stella da Levi.

    La bicicletta che consente di incorporare alla velocità giusta lo spazio che ci circonda, facendo esperienza attraverso il corpo e la fatica del movimento che registra le impressioni e le fissa nella mente, le incide in modo netto nella memoria. La bicicletta che consente di percorrere la distanza giusta in un tempo abbastanza breve, tanto da fare capire che la dimensione della città non è solo quella del centro, ma che tutta la città può essere centro. Ma anche la bicicletta strumento di lavoro per chi, come me, fa l’urbanista, che ci porta a comprendere meglio i luoghi che hanno bisogno di attenzione, per progettarli meglio.

    Gli spazi per la mobilità lenta (a piedi, in bicicletta) devono essere considerati parte integrante di un vero e proprio sistema infrastrutturale, integrato nel territorio tra reti e nodi della mobilità, per il benessere degli abitanti (e dei turisti). In questo senso è fondamentale una strategia di intermodalità: bici e trasporto pubblico locale su ferro. Per questo, le stazioni della metropolitana e del passante ferroviario, con le stazioni di Porta Susa, del Lingotto, di Fossata Rebaudengo e di Stura (oltre alla futura stazione di San Paolo) sono parte integrante di questo itinerario.

     

    I luoghi

    Il tracciato di AbbracciaTO parte dall’idea di connettere 15 grandi parchi di Torino con altri luoghi di interesse storico artistico e aree di trasformazione.

    L’anello di AbbracciaTO cerca di tenere insieme gli spazi della fabbrica e quelli delle cascine (più di dieci, ancora superstiti o riutilizzate), le infrastrutture, le ferrovie e le stazioni con gli spazi verdi di una nuova natura, selvatica, che cresce spontaneamente lungo le sponde, come se fossero le rive dei fiumi abbandonate dal tempo e dagli uomini. 

     

    Figura 4. Gli Orti Generali a Mirafiori (fotografia dell’Autore)

     

    L’asse di Corso Monte Cucco-Monte Grappa come il quinto fiume di Torino, che porta fino alla Dora. Un lungo viale come un fiume verde, dove i controviali sono le rive e il tutto come una valle, dove camminare tra le case, come nella “Città tutta per lui” di Marcovaldo.

    Il percorso intercetta anche alcuni importanti direttrici dell’armatura infrastrutturale di Torino: il viale della Spina, con le nuove stazioni poste lungo il passante ferroviario, da San Paolo a Fossata Rebaudengo e Stura, passandoci sotto o vicino, nella speranza che, prima o poi si possa entrare anche in corrispondenza degli svincoli autostradali di Corso Unione Sovietica (a due passi dagli Orti generali e dalla Palazzina di caccia di Stupinigi) o dalla Tangenziale Nord e dal raccordo per l’Aeroporto di Caselle, che lambiscono la Falchera con il nuovo Parco dei Laghetti. Integrando i non luoghi delle cittadelle commerciali sorte sugli svincoli autostradali con il paesaggio circostante, anche verso la città, si fa sì che il tempo libero non sia solo quello dello shopping, ma anche quello del benessere fisico che viene dall’attività fisica nella natura.

    In AbbraciaTO sono inclusi anche diversi luoghi dell’innovazione sociale. È il caso dei nuovi parchi e delle soluzioni verdi (nature based solutions o NBS) con le radici nel cemento, come gli Orti Generali di Mirafiori dal design semplice ma bello, efficiente e funzionale. È anche il caso dell’aula studio di via Negarville, della Cascina Fossata, degli Orti Alti alle fonderie Ozanam, dei Docks Dora, delle case di via Ivrea e della casa di quartiere in via Baltea, delle ciclofficine del riciclo presso l’ecocentro di via Arbe.

    Figura 5. I parchi e gli elementi del territorio attraversati dal percorso di AbbracciaTO

     Fonte: Rolando e Scandiffio, 2021.

     

    Un tale sistema integrato può favorire l'utilizzo di percorsi di mobilità lenta per la fruizione del paesaggio e lo sviluppo del turismo culturale e ambientale in modo sostenibile, migliorando l’accessibilità con i mezzi pubblici, ,anche con riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 3, 9, 11 dell'ONU Agenda 2030.

     

    Conclusioni

    Percorrendo l’infrastruttura verde di Torino si scopre che la bellezza si manifesta anche e soprattutto nei margini, dove la città lascia spazio alla campagna, nei bordi delle tangenziali, lungo le sponde dei fiumi, nelle aree tra le ferrovie. Luoghi semplici, essenziali ed efficienti, sostenibili nel senso profondo del termine, dove l’etica si fa estetica, dove la natura e l’artificio si tengono insieme, regalando spunti di bellezza unica, come nel parco post industriale sulla Dora, cresciuto come una foresta insieme alle acciaierie dismesse.

    Il percorso di AbbracciaTO è stato definito secondo un procedimento di conoscenza e di esplorazione per rilevare, nel senso di “mettere in rilievo”, ciò che potrebbe apparire indifferenziato, per farlo emergere dalla solo apparente monotonia della pianura, riportando la periferia e gli spazi di margine al centro della nostra attenzione. Secondo il principio dell’internet dei luoghi (Morandi, Rolando, Di Vita, 2016), se utilizziamo in modo smart la città e il territorio più esteso, combinando le componenti materiali e immateriali dei servizi alle persone, possiamo attivare luoghi anche remoti, è possibile attuare davvero una corretta strategia di riequilibrio territoriale fra centro e periferie.

    Una interpretazione del territorio che si traduce quasi in una mappa ipertestuale della città, dove ad ogni nodo della rete si trova un sito, un luogo reale, non un sito virtuale, che merita di essere “clickato”: un’internet dei luoghi, un placebook, che ancora non esiste e che sappia mettere insieme i luoghi reali e le persone che li vivono. Così facendo, surfando sulla superficie della città-rete, attraversandone gli spazi, anche piccoli, seguendone le direttrici di fiumi e strade, si può di tanto in tanto fermarsi per andare in profondità, e scoprire nuove relazioni, con la storia, con il paesaggio.

    Figura 6. Il Parco dei Laghetti alla Falchera (fotografia dell’Autore)

     

     

     

    Bibliografia

    Città di Torino (2021), Assessorato per le Politiche Ambientali e Verde Pubblico, Piano strategico dell’infrastruttura verde, Torino.

    Mabey R. (2020), Natura come cura. Un viaggio fuori dalla depressione, Einaudi Torino.

    Morandi, C., Rolando, A., Di Vita S. (2016), From smart city to smart region. Digital services for an internet of places, PoliMI SpringerBriefs. Cham (Switzerland): Springer International Publishing

    Rolando A. (2021), AbbracciaTO, in Alvento Italian Cycling Magazine, n. 15, maggio 2021, Mulatero Editore, Piverone, pagg. 180-192.

    Rolando A., Scandiffio A. (2021), The circle line “AbbracciaTO”: an infrastructure in Turin for active proximity tourism as a driver of territorial transformation for a healthy city, in World Heritage and Design for Health-Le Vie dei Mercanti XIX International Forum, Gangemi Editore, Napoli.

      

    Per approfondimenti:

    L'iniziativa è un progetto di Andrea Rolando, ispirata da e gemellata con la milanese AbbracciaMI. Occorre sottolineare che il percorso è reso possibile dalle azioni che la città di Torino, insieme ai comuni circostanti, sta portando avanti da anni con i progetti di Corona Verde e di Corona di Delizie, ma anche attraverso una strategia che dedica sempre maggiore spazio per la mobilità lenta in città. Non si propone dunque un itinerario del tutto nuovo, quanto piuttosto un modo, forse diverso, di pensare agli spazi già esistenti nella città, per farne anche un’occasione di particolare turismo urbano. Il tracciato è stato definito e condiviso tramite il webgis di Openstreetmap Umap, attraverso il portale Komoot e in una pagina di Facebook dedicata. Tutti sono raggiungibili tramite: www.linktr.ee/urbandrea

     

     

    Parole chiave: turismo urbano, bicicletta, Torino

     

     

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